mercoledì 10 luglio 2013

Come una notte di San Lorenzo





Questo racconto è stato scritto il 17 luglio 2011.

Avevo da poco saputo che era venuta a mancare una cara amica di famiglia, e un altro pezzo di me, della mia identità passata, si stava sgretolando.
Era un periodo di ricerca, in cui inseguivo un sogno cui, purtroppo, avrei dovuto rinunciare.
In questo contesto, al riparo del mio forum di cucina, tra persone amiche ma che non mi conoscevano, e sull'onda di un film che toccava un tema a me caro, nacque questo racconto, una struggente carezza ai miei compagni di liceo.
Io allora non ero in contatto con loro, ma ne seguivo la vita a distanza, ed il mio cuore li accompagnava nelle prove a cui il destino li sottoponeva.

Come in una notte di San Lorenzo, allora, se chiudevo gli occhi mi sembrava quasi di poterli abbracciare, meteore lontane, sentendomi in colpa per aver avuto fretta, in quegli anni, di crescere e andare avanti, senza godermi la spensieratezza di quei giorni.

Per lungo tempo ho tenuto gelosamente nascoste nel cassetto queste mie parole, chè scrivere, si sà, è mettersi a nudo, e mi sembrava quasi d'essere indiscreta e invadente a renderlo pubblico.
Ma visto che son convinta che a provare affetto non ci si perde mai ... beh, ecco, tiro fuori dal cassetto il mio ....

COME UNA NOTTE DI SAN LORENZO

Claudia posò il telefono e andò al piano di sopra :

nel suo vecchio paese

avevano appena seppellito

un'amica di famiglia,

ed un altro pezzo della sua identità passata

sembrava sgretolarsi.

Salì al piano di sopra

e cominciò a rovistare tra vecchie agende

alla ricerca del numero di telefono

della nipote della persona scomparsa.

Si trovò tra le mani una foto :

era lei, adolescente ed informe,

tra i compagni di gite spensierate.

Poi lei ancora, ma cresciuta,

agghindata a festa come madrina,

e già fidanzata.

Il viaggio nel tempo riprese,

stavolta era il volto del suo bimbo

a raccontare emozioni e avventure.

L'ieri, l'oggi e il domani

si susseguirono veloci

come un film sui tempi andati.

Già, i film !

Quante volte aveva visto storie

che parlavano di questo ?

Incontrarsi dopo 20 anni,

confrontarsi,

fare bilanci,

ricordare,

e poi ?

Pensare al futuro.....

L'ultimo da poco,

sulla maturità,

su quegli esami

che per la prima volta nella vita

di adolescenti mai cresciuti,

avevano costretto lei,

e generazioni di coetanei,

a superare una prova impegnativa,

più che col mondo,

forse,

con se stessi.

E le altre, di prove ?

Claudia trovò la foto

del gruppo inseparabile d'allora.

Ripensò alla prima cotta

dell'amica del cuore

per un giovinetto che mai l'avrebbe corrisposta,

all'affetto innocente e tenero

per un compagno

tutt'altro che ancora uomo,

all'amica del cuore che l'aveva tradita.

A lei,

con quei capelli senza forma,

ed al suo aspetto ibrido,

di creatura da sbocciare.

Ed ancora,

al suo primo amore,

con il suo aspetto di ragazzone pensieroso.

Poi vide quelle creature,

ognuna con la sua storia,

l'una diversa dall'altra,

ognuna con valori, possibilità, educazioni diverse,

ma accomunate tutte dall'amore per la vita....

......le vide tutte sbocciare,

divenire,

in molti casi fermarsi,

in altri ripartire.

Rivide una cara amica

seppellire il padre

un'ora dopo aver discusso gli orali

degli esami di stato.

Ne rivide un'altra

divenire infermiera premurosa

di un padre troppo presto

rubatole dall'Alzheimer.

Per un'altra

il destino

avrebbe fatto suonare

i mughetti tintinnanti,

mentre l'anima della sua bimba

tornava anzitempo a Dio.

Il giovinetto dal fisico acerbo

avrebbe fatto del suo spirito naturalistico

la sua professione.

Due di loro avrebbero scoperto di essere legati

da qualcosa di speciale

e si sarebbero sposati.

Il ragazzo pensieroso,

che le aveva fatto battere forte il cuore,

avrebbe costruito

la propria vita in una città lontana per amore.

Rivide avvocati laurearsi,

insegnanti abilitarsi,

rivide se stessa cercare la propria strada,

non trovarla e tuttavia

non smettere di tentare.

Li vide come code di una meteora

andare in direzioni lontane....

vide altri amici farsi largo nella vita,

sopravvivendo al precariato

e al contempo curando

l'orticello della solidarietà.

Vide famiglie in ansia per figli lontani,

vide ragazzi ormai adulti,

uomini e donne,

che è già domani.

MANCA SOLO IL TUO TOCCO....

Forse sarà il tocco

di chi si impegna serenamente

a migliorare il mondo

nel lavoro e con la gente......

Io so solo che noi siamo qua,

a noi la vita l'ha data la possibilità

di affrontare ancora un'altra prova,

a qualcun altro no.

Che tutto il mio amore

raggiunga quei frammenti di meteore,

ovunque essi siano,

e li accompagni nelle loro prove.

Che noi, uomini e donne di oggi,

che, guardandoci allo specchio,

spesso siamo ancora

spauriti ragazzi di ieri,

troviamo la forza e la leggerezza

per essere sereni adulti del domani.

A tutti i miei compagni di classe (diploma 1991)

Ciao zia Pina


lunedì 1 luglio 2013

Gioventù in cammino



Soffiava un vento stranamente fresco
per essere estate,
quella mattina a Catania.
Giulia 
guardò avanti a sè,
e sorseggiando il suo latte di mandorla
si gustó la vista del Mungibeddu lontano.
Qualche macchina
passava pigra ai bordi della zona chiusa al traffico,
mentre pian piano
le commesse tiravan sù le saracinesche dei negozi di via Etnea.
Sbadiglió assonnata .
Ancora non riusciva ad essere presente a se stessa,
non ancora.

Una telefonata
la riscosse dai suoi pensieri malinconici
:
era ora di andare.
Il corteo si mosse lieve,
quasi a render meno greve
l'ultimo viaggio del  giovane uomo.
Guido non c'era più.
Guido,
il più buono del gruppo,
colui che sorrideva sempre,
che trovava il lato bello della vita,
se ne era andato.
Se l'era portato via il mare,
in un giorno come tanti,
inesorabile e crudele destino
che mette troppo presto le ali
ad un angelo fatto uomo.

Volse gli occhi al corteo
:
e capì che le amava una ad una,
quelle giovani anime che la vita le aveva messo accanto.
Chi più,

chi meno,
ognuno le apparteneva in qualche modo,
e lei apparteneva a loro.

Chiuse gli occhi
:
si rivide fanciulla,
giovane donna acerba che si affacciava al mondo con grinta,
ma con fiducia verso il futuro.
E rivide anche gli altri,
gli amici del cuore che la vita aveva allontanato.
Si concentrò meglio
:
le parve di sentire la voce del caro professore di italiano.
"Chi vuol esser lieto sia,
del doman non v'è certezza".

"Carusi, caminamu radenti ai muri,
ci sù chiddi con l'orecchino,
Maccarrone, Masucci e Caldarera,
in cima alla fila,
Nunzio, tu alla fine."

Gli avrebbe voluto sempre bene,
caro prof.

S'era fatta ora di andare,
ma,
come in un sogno,
nessuno aveva voglia di tornare.

C'era tempo per essere adulti,
in quel giorno strano la gioventù li reclamava,
e,
 come sospesi in un momento senza limiti,
 li invitava a rigenerarsi in essa.

In quello strano incontro,
per una volta,
non ebbe importanza chi era cosa,
e cosa era diventato.
Ma,
come anime
spogliate dal fardello dei ruoli
interpretati nella scena della vita,
si ritrovarono semplicemente come amici,
e genitori,
e figli.

Che malinconia,
pensò Giulia ricordandosi improvvisamente
che l'indomani sarebbe tornata a Roma.

Noi siamo
la somma di ciò che siamo stati,
e di ciò che vogliamo diventare.

Perciò,
in una mattina di luglio dei miei quarant'anni,
è col cuore pieno di affetto
che voglio dire un Grazie
ad ogni anima che ha voluto
condividere un frammento della sua luce con la mia.
C'è chi lo fa ancora,
c'è chi lo ha fatto e ha deciso che forse bastava.
Ad ogni modo,
io oggi sono ciò che sono
grazie anche ai momenti che abbiamo condiviso.

Giulia guardò gli amici prima di partire,
come in una foto stampò le loro immagini nel suo cuore.
Non sapeva
a quali altre prove li avrebbe sottoposti il destino.
Forse,
ci sarebbero voluti altri vent'anni prima di incrociarsi di nuovo,
in fuggevoli momenti all'aeroporto o in un centro commerciale,
presi dalla loro pressante quotidianità.

O forse la nuova tecnologia
li avrebbe messi in condizione di condividere ancora
i momenti importanti del cammino che stavano percorrendo.
Forse...

In un angolo della strada,
sedute in braccio ai loro papà 
sopra i gradini di un bar,
due bimbette di pochi mesi 
si scambiavano le prime parole.....