lunedì 21 ottobre 2013

La ballata della mille e una anima in me (ascoltando Baglioni in sottofondo)


Sonia guidava nella stradina di campagna che portava al di fuori della frazione in cui abitava.
Il cielo pieno di nuvole e il cinguettar degli uccellini al tramonto le ispiravano malinconia, ma la strada vuota e coperta dagli alberi le infondevano una strana calma.
Ritornò indietro con la mente, da quanto ne aveva memoria, nei suoi ricordi da bambina, era sempre stata così :
 

Sonia l'impetuosa, che se crede in una cosa, ci si butta a capofitto.
Sonia la testarda, che se si mette qualcosa in testa ...
e Sonia la docile, che se le fai notare che sbaglia corregge subito la rotta.


 Sonia la timida, che si cela e si nasconde
e Sonia la sfacciata, che si espone e si propone.
Sonia la pasionaria, disposta ad abbracciare le cause dei più indifesi, dei maltrattati.
Sonia la generosa, che se ti vuol bene  ti regala tutto il suo mondo. E pure più, perché donar se stessi è il regalo più bello che si possa fare.
Sonia l'insicura, che si perde in un bicchier d'acqua qualsiasi cosa deve fare.
Sonia la guerriera, che non si arrende e lotta per le cose in cui crede.
Sonia che ha paura della vita, e per questo la vita la sta sempre a guardare da lontano.
Sonia l'empatica, che se ti vede piangere ti prende per mano.
 

Sonia l'arrabbiata verso chi la calpesta e vuole farle del male
Sonia l'eterna innamorata, della vita e sempre in cerca di qualcuno da amare.
Sonia il passerotto, che per vivere ha bisogno di poco, ma se quel poco non c'è muore.
Sonia la leonessa, che difende ciò in cui crede e ama con tutto il cuore.


 Sonia e un urlo di rabbia perchè la vita è stata diversa da come l'aveva sognata
Sonia rannicchiata nel letto trattenendo il respiro, finché la tempesta è passata.
Sonia che si commuove guardando due vecchi mano nella mano
Sonia che riesce a scorgere un particolare lontano.
Sonia sempre in cerca del suo arcobaleno
Sonia che spera sempre che torni il sereno.
Sonia e un urlo disperato : Ahhhhhhhhhhhhhhh !
Sonia che a volte vorrebbe un silenzio ovattato.


 Sonia che tocca il cielo quando le apri il tuo cuore,
Sonia che guarda il figlio e si scioglie come neve al sole.
Sonia che sceglie di essere vera e sincera
Sonia l'ipersensibile, per cui la sensibilità è una qualità vera.
Sonia che va sempre a 1000 in ogni cosa che fa,
Sonia che invece vuole andar piano, ma non sa come si fa.
 

Sonia che ha sbagliato tutto e vuol ricominciare
Sonia straziata, Sonia che vuol cambiare
Sonia che si ama e si odia ed è un eterna bambina
Sonia che per fortuna ha il cuore da fanciullina.
Sonia che quando scrive tocca l'infinito
Sonia che per non morire dentro si aggrappa ad un mito.
Sonia che a quarant'anni si è appena ritrovata,
Sonia alla finestra della vita ancora affacciata.
Sonia che lascia tracce di sé con la magia della scrittura

Sonia che non vuole più aver paura

Scendeva la notte e una luna tonda e pacioccosa faceva capolino dal cielo azzurrato.
La ragazza non poté fare a meno di fermarsi a guardare, e mormorò così :


" Questa immagine è un capolavoro....
talmente bella che ti catapulta in un'altra dimensione ... Voglio restarci per sempre in questo mondo sognato... E non tornare più ."
 
Valeria Ronsivalle
 
 
 

Fotografia di Luca Parmitano, Credits ESA/Nasa

domenica 20 ottobre 2013

Aiuto, m'è venuta la Parmitanite ! Ritratto semiserio del Luca nazionale (visto da chi non se ne perde un click)



Descrivere una persona non è mai semplice, perché rischi di raccontarne solo alcuni aspetti, in cui magari poi lei neanche si ritrova.
D'altro canto la prospettiva di chi scrive è sempre soggettiva, ed è per questo che, molto umilmente, stasera voglio descrivervi la mia.

Ne avevo sentito parlare da giornali ed articoli su blog e facebook.
Ne parlavano, insistentemente, i miei paesani, smaniosi di riscatto da una realtà difficile e amara.
Ma la cosa che mi colpì fu un intervista su fb, in cui Lui, quello che sarebbe diventato il Luca nazionale, si prestava a rispondere alle domande più disparate.
Fui colpita all'improvviso, come un fulmine a ciel sereno : esisteva davvero un uomo, di professione astronauta, che non solo rispondeva a tutti con gentilezza e irresistibile ironia, ma si mostrava qual era, così senza riserve, con una semplicità che ti spiazzava, e insieme ti conquistava ?
Ormai il danno era fatto, ero stata contagiata, ma non lo sapevo ancora...
Incuriosita da tali eventi, andai a visitare la sua pagina, un concentrato scoppiettante di inesauribile vitalità.
Capace di far resuscitare i morti con la costante bellezza delle immagini di un mondo che credevamo perduto...e invece era sempre stato sotto i nostri occhi.
Capace di ridestare emozioni sopite, attraverso la meraviglia e lo stupore di colui che l'aveva voluta.

Il suo animo avventuroso ci guidò attraverso albe spaziali, suggestioni notturne di struggente amore per il nostro Paese (in Volo di notte, che è stato, e resta, il mio brano preferito), ed una straordinaria voglia di condividere con gli altri, questa sua straordinaria avventura.
Scrive al presente, il Maggiore, con uno stile fresco e immediato, che ti collega dritto dritto lì, sù in orbita sulla Stazione Spaziale, da cuore a cuore, dal tuo cuore al suo.
Perché dopo aver letto un suo brano ti ritrovi come una bambinetta a dire : "Ancora, voglio sentirti raccontare ancora...."
E per quanto tu cerchi di impegnarti perché non succeda, alla fine ti commuovi, perché capisci che hai appena sfiorato un granello di infinito.
Lo ammetto, feci resistenza, mi sembrava strano, quasi imbarazzante, che io, incapace di mezze misure, io che se credo in qualcuno lo faccio a 360 gradi, mi appassionassi tanto alle vicende di uno sconosciuto.
Ma chi era, alla fine, quest'uomo che riusciva, commento dopo commento, a coinvolgere famiglie intere, nelle sere di una strana estate italiana, a star col naso in su per guardar passare la Stazione Spaziale Internazionale ?
Io ci provai a spiegarmelo più volte, e la mia fantasia, stimolata dall'aria di rarefatta magia che si manifesta tra le righe della pagina del Maggiore, creò un racconto : L'uomo delle stelle.
Cui sarebbe seguita una serie di favole, roba che a confronto George Lucas con Guerre Stellari, era un Bignami rispetto ai miei 7 ? 8 ? racconti.
Ma torniamo a lui :
 Dinanzi i complimenti è solito rispondere con umiltà quasi aliena che lui è solo una persona normale che svolge un lavoro che considera un privilegio.

Conoscitore di molte lingue : italiano, inglese, russo, siciliano, è solito, nella sua pagina, in giornate particolarmente impegnative, interagire in astronautichese, un antico idioma sconosciuto ai più, che si esprime, in modo sintetico, esaustivo e assolutamente rivelatorio, nel celeberrimo, per i suoi sostenitori "?", o rafforzativo "??", o nel più immediato mezzo di manipolazione delle masse sperimentato dalle agenzie spaziali internazionali : il segno :) o, in taluni casi il rafforzativo :D
Che provoca, dopo averlo visualizzato, una paralisi immediata e totale del viso, che si calcifica in un sorriso ebete da visione divina.
Situazione molto pericolosa, perché se ciò accade fuori casa, com'è accaduto a me, si rischia il ricovero immediato, meglio se coatto.
Gli piace quel che fa, gli piace da matti, e si diverte, soprattutto quando pubblica quelle foto irresistibili in cui ci mostra la sua vita sull'Iss, a cui seguono valanghe di commenti adoranti di coloro che una volta lui definì, i suoi amici, in data attuale 117000 o poco più.
E a chi gli chiede come affronta la partenza ogni giorno più vicina, lui risponde : "Non ci penso proprio."
Per il resto, avergli parlato, aver colto il modo in cui ogni giorno il suo spirito ardimentoso affronta la vita, ti cambia dentro, e ti rende pericoloso ....perché d'ora in poi sarai capace di superare le tempeste, di cogliere l'attimo, di trovar la forza di lottare.
Perché saprai che, lassù, da qualche parte, oltre l'atmosfera, c'è il tuo arcobaleno.
Forse lo vedrai giocare a nascondino tra le nuvole. Forse lo ammirerai senza poterlo toccare.
Forse si nasconderà dietro uno smile inviato dallo spazio.... ma saprai che è lì, e che puoi continuare a sperare.

Foto di Luca Parmitano, Credits Nasa

domenica 13 ottobre 2013

Manifestazioni....



Dolce e chiara era la notte, e senza tempo.
L'uomo delle stelle si godeva, rilassato, il meritato riposo.
La stazione orbitante taceva addormentata, ed una calma surreale si percepiva nell'aria.
-Buonanotte luna, buonanotte stelle, vi porterò nel cuore con la consapevolezza che c'è sempre un "oltre"- pensò l'astronauta respirando a fondo quel momento di sintonia con il cielo.

D'un tratto mille aure luminose gli invasero la stanza.
Ognuna con una sua cadenza, ognuna con un suo vociare.
Come piccoli folletti gli danzarono intorno, scompigliandogli i capelli (seee ), stropicciandogli i vestiti.
Mormorandogli dolci nenie, e parlando tutte insieme.

"Chi siete ? " mormorò il Maggiore ormai rassegnato ad incontrare ogni genere di creatura, dalle fate a capricciosi re di pianeti lontani.
E questi ? Chi erano ? E che volevano da lui ?
Come meduse fosforescenti fluttuanti nel mare, le creature si muovevano e volavano intorno a lui nella stazione orbitante.
Una sfuggì e volò intorno ad AstroKaren, ma subito fu chiamata dalle altre : "Franco ! torna qua, non c'è tempo ! ".

La stazione spaziale fu invasa da risate argentine, e ad un comando gli esseri luminescenti si mossero veloci, accendendo uno dopo l'altro tutti i settori dell'astronave.
"Ecco qua - mormorò una di loro- ora l'abbiamo vista tutta, possiamo pure andare".
"Non ancora- disse un'altra- prima lo dobbiamo salutare....".
Così come si erano accese, le luci dei settori dell'Iss si spensero velocemente, una dopo l'altra, fino ad arrivare all'alloggio del maggiore.
Le creature allora, come fossero una sola, circondarono l'uomo, che, straordinariamente calmo, e curioso, si sentì come dentro una bolla piena di forza e di luce.

Un turbinio di colori si accese intorno all'uomo delle stelle, ed in tutte le lingue del mondo, compreso il siciliano,
Buona notte gli dissero,
accarezzandogli il volto.
Poi, come erano arrivate, le creature sparirono nel blu della notte siderale.

Una forza sconosciuta e potente invase lo scienziato, la certezza che in più parti del mondo vi erano anime da cui era amato.

Come aure luminescenti e piene d'energia, vogliamo augurarti una dolce notte Maggiore, ringraziandoti, di nuovo, per la forza e la passione per la vita che tu hai regalato a noi.
E come quelle creature erano una cosa sola, mi sia consentito stasera ringraziare di cuore i miei compagni d'avventura.

Se il bene esiste...siamo una forza !
Buonanotte a tutti

Fotografia dell'ESA, Agenzia Spaziale Europea, modificata da noi fans.

https://www.facebook.com/AstronautLucaParmitano/posts/212096022297632

venerdì 11 ottobre 2013

Stelle in orbita sognando l'immenso


C'è un aspetto di questa avventura di cui nessuno parla : ed è che le stelle non stanno solo nel cielo.

Le stelle sono i nostri occhi accesi per l'emozione ogni volta che guardiamo a naso in sù, sorridendo come sceme, alla vista lontana di un vecchio amico.

Le stelle sono i nostri cuori, vibranti ogni volta che grazie al tuo sogno, entriamo in comunicazione con i nostri figli, con i nostri amici, perchè condividiamo una passione comune.
Ieri una mia amica ha pubblicato nella sua bacheca il sito dell'Iss detector e mi ha taggata dicendomi : "Te possino, a furia di parlarne m'hai convinta, da domani la guarderò passare anch'io".

E le stelle sono le nostre anime, perchè attraverso l'aprirci all'immenso, come in questa foto, scopriamo che possiamo vivere cento, mille storie, ritrovando in ognuna di esse un frammento di sè.

I gentiluomini che ti sostengono, scherzando dicono spesso che le sostenitrici dell'AstroLuca sono in orbita.

Sì, lo siamo, ma non nel senso inteso da loro, siamo in orbita intorno alla vita quotidiana, e da quando ci hai portato lassù con te, ogni giro è una certezza, una consapevolezza, che ci rende più forti e ci rende migliori e ci fa sorridere al domani.
Perciò io non scendo da quest'orbita.
E infinitamente grazie per averci lanciato la scaletta per raggiungerla.
Ah, giusto per saperlo : noi non scendiamo neanche il 10 novembre.
Armati di santa pazienza, dovrai sopportarci per molto, molto tempo ancora
Buona notte Maggiore, come mi diceva il mio papà prima di andare a dormire : Sogni d'oro ....


A tutte le donne che si aggrappano ad un gancio in mezzo al cielo, senza vergognarsi mai.....


https://www.facebook.com/AstronautLucaParmitano/posts/649335058451381

Foto di Luca Parmitano, Credits : ESA/NASA


venerdì 4 ottobre 2013

ASTROLUCA E IL SOVRANO DEL PIANETA POPOF...


 

Ovvero :
Di quella volta che il nostro mondo rischiò di essere cancellato


Lo so, lo so, che Lui dice di non averli mai visti gli alieni ... ma questa è un'altra storia.
E nel regno della fantasia tutto è possibile, pure le cose che non avresti mai pensato.
Dunque, dov'eravamo ? Ah sì :
C'era una volta...
e forse c'è ancora,
oltre i pianeti e le stelle conosciute,
oltre gli spazi e le dimensioni immaginate,
nascosto alla vista e alla conoscenza dei più, un piccolo pianeta, di nome Popof, popolato da minuscoli e strani abitanti, alti non più di un palmo di mano, e dotati di incredibili poteri.
Una sirena quel giorno suonava incessante e pressante ad Aralia, la capitale del pianeta.
A richiamare tutti i popoffiani, nella grande piazza della città, FB1, il sovrano incontrastato e molto amato dei piccoli alieni, perché la sua saggezza millenaria era conosciuta, da sempre, in tutto l'universo.
- Che succede Maestà ? Arriviamo !- urlò trafelata FB2, consorte legittima del Gran Sovrano.
Da quando conosceva il suo piccolo re, non l'aveva mai visto così cupo e preoccupato.
-Abbiamo rilevato richieste d'aiuto da un mondo lontano, un pianeta situato in un sistema al cui centro si trova il Sole.
Ho appena inviato una squadra di ricognizione, grazie alla polvere magica fornitaci dalle nostre amiche fate, dovrebbero essere già di ritorno.-
Una folata di vento improvviso, colpì allora il piccolo re, scompigliandogli il manto azzurro che lo copriva da capo a piedi, e lasciando intravedere la sua essenza di stelle.
-Ci perdoni Maestà, dobbiamo ancora perfezionare il ritorno senza uccidere qualcuno- borbottò confuso il Grand'Ufficiale, a capo della spedizione che tornava.
-Quali nuove ? - domandò il sovrano, preoccupato.
L'ufficiale pronunciò due o tre frasi e poi "Addio mia cara, il dovere mi chiama, devo andare" , comunicò il re spiccio e veloce alla sua amata.
-Maestà , ma dove andate ?- mormorò sconsolata la regina scuotendo il capo brillante di luce.

Nel frattempo, sulla Stazione Orbitante, AstroLuca era intento, come al solito, in un suo esperimento, destinato a scoprire il rapporto tra gravità0 e capacità dei liquidi di poter essere emulsionati.
Stava appunto esaminando la reazione tra due corpi, quando improvvisamente fu sbalzato a terra con violenza, e provette e vetrini si ruppero fragorosamente.

"Ma, cosa ... ? Devo essermi addormentato di nuovo, oppure non vedrei innanzi a me un nanetto vestito d'azzurro, che gesticola comicamente come se mi volesse parlare", disse l'astronauta tra il pensoso e il divertito.
"Parla con rispetto di me- lo avvertì il re- Io sono FB1, Gran Sovrano di Popof, protettore di Aralia, conosciuto in tutte le Galassie per la mia saggezza e onniscienza."
-Sì, come no, ed io sono John Lennon- rispose lo scienziato.
"Quello era mio fratello, un giorno ti racconterò di lui.
Ma ora non abbiamo tempo. È ora di andare !"
-Andare ? Ma dove ?-
"E cu arriva, e cu si nni va! 'A paremu 'a via Etnea, no ndà na Stazione Spaziale Internazionale", pensò lo scienziato, in un antico idioma astronautichese, misterioso e criptico ai più.
Ma non ebbe neanche il tempo di pensare, che si ritrovò improvvisamente nello spazio, fuori la Stazione.
Avrebbe dovuto essere terrorizzato, ma stranamente non aveva paura, anzi, si sentiva sereno e al sicuro come mai nella sua vita.
-FB6, o come ti chiami, ma come è possibile ? Siamo qui fuori senza alcuna protezione, non ho la tuta spaziale, e non sono ancorato alla Stazione, eppure riesco a respirare, ed il mio corpo non si perde nello Spazio.-
-Non c'è tempo per spiegare.
Guarda innanzi a te, quello é il tuo pianeta vero ? So che si chiama Terra.
Ammiralo, e guardalo bene, perché è l'ultima volta che potrai farlo.
Ho deciso che è ora di dire basta a tutto questo dolore.
L'uomo delle stelle incredulo, riuscì solo a mormorare :
"Ma come ... Non è possibile ! Che dici ! Tu vieni da me e mi dici che vuoi distruggere il mio mondo !
Ma perché io ? Perché sei venuto proprio da me ?"

-Le nostre sonde hanno captato segnali diretti alla Stazione Spaziale- rispose il sovrano senza scomporsi.
-Erano messaggi di disperazione, di altri umani che parlavano di guerre, e di fame, e di gente che per sfuggire a conflitti e dittature, trova la morte in barconi malandati.
Raccontavano che l'uomo sta distruggendo il suo pianeta, per la brama di possesso e potere, parlavano di bimbi maltrattati, di genitori esausti per la difficoltà di arrivare a fine mese.
È ora di dire basta a tutto questo dolore, voi umani non imparate dalla storia.
Vi era stata data già un'altra possibilità, una volta, con Noè , ma vedo che non avete imparato la lezione.
-Noè ? Non mi dire che pure Noè è un tuo parente !- disse sgomento l'astronauta italiano.
"Scccc ! Quello è un segreto interplanetario !- lo zittì il sovrano.
Basta, è ora ! preparati. Tutto finirà velocemente e poi si potrà ricominciare di nuovo. Ti prometto che gli umani non soffriranno. "
E fece per puntare il suo dito contro la Terra.

"No, ti prego, un attimo ! - supplicò l'astronauta con un groppo alla gola-
È vero, nel mio mondo ci sono tante brutture, ma l'essere umano è capace anche di tante azioni straordinarie.
Concedici un'altra possibilità."
-No, ormai ho deciso.- rispose l'alieno, e puntò il dito contro il pianeta.

"NO, NON FARLO ! - urlò l'astronauta lanciandoglisi addosso.
In quel momento, la mano del sovrano, spostata dall'urto, sfiorò gli occhi dell'uomo, lambendogli il viso.

Fu come se mille galassie si materializzassero innanzi.
I ricordi dell'uomo, come immagini fantasma, presero forma di ologrammi nella buia notte spaziale.
Un neonato in braccio al nonno, che affettuoso lo reggeva con in braccio anche l'altra nipotina.
Una voce inconfondibile e dolcissima che lo chiamava, e l'avrebbe sempre amato di un amore infinito.
Il primo amore, la passione per il volo, le albe sfumate e chiare, come nuovi giorni per costruire un sogno ; i tramonti malinconici e pieni di passione, in cui aveva acquistato la certezza di voler essere cittadino del mondo.
Due bimbette che parevan angeli, con un disegno d'amore per il loro papà ; uno sguardo al di là da un vetro a Baikonur per dire : State tranquilli, vi porto nel cuore.
L'ardimento e la passione che, "come una fiamma che supera ostacoli e barriere, incendiando i nostri spiriti, alimentando i nostri desideri, brucia la fatica , trasformandola in esperienza." (Cit.)

Il grande sovrano, del pianeta sperduto, osservò come un film, il coraggio di tentare ciò che pochi hanno tentato, un lancio nel vuoto, col battito del cuore concitato.
Rivide l'astronauta ebbro di gioia all'arrivo nella stazione orbitante, lo vide commosso osservare la sua prima alba spaziale.
Attraverso i suoi occhi, potè guardare ghiacciai immensi, e laghi incastonati, piccoli punti luminescenti, dei centri abitati.
Lo guardò agganciare un cargo meccanico, come fosse una straordinaria creatura.
E sentì l'amore e la meraviglia di quest'uomo, per la vita e l'avventura.
Lo vide mettersi a nudo per condividere con altri umani ogni sua esperienza.
Lo sentì emozionarsi nel descrivere una aurora "di straordinaria luminosità e bellezza, una fantasmagorica coreografia di smeraldo e turchese, cangiante e sinuosa, mutevole e perfetta." (cit.)

In quella strana notte alla Stazione Spaziale, l'umanità si palesò attraverso un membro autentico della sua specie, un ammaliatore che da lassù in alto ci dava la speranza, e ci faceva sognare.

-E va bene, mi hai convinto- disse il sovrano all'uomo delle stelle.-
Forse non tutto è perduto, forse, dopotutto l'Umanità è ancora capace di cambiare.
Ma state attenti, vi tengo d'occhio. Non lo dimenticate !-
Strizzò gli occhi e svanì nello spazio, e l'Astronauta si ritrovò di nuovo sulla Stazione Spaziale.
Poi, da lontano, il Sovrano gli urlò :
- Un'altra cosa... Dite ad AstroMike di aprire una pagina fb.
Mia figlia, la principessa Dalia, mi sta dando il tormento con questa storia, perchè vuol comunicare con lui dopo aver visto un certo video della Nasa in cui lo si vede fare esercizi fisici mirabolanti e spettacolari.
Sto per perdere la pazienza a furia di sentirla lamentare.
E voi non volete che io perda la pazienza vero ?-
E tra uno scintillio di stelle, illuminò il cielo e sparì.

Fu così, che quella volta, un Uomo che aveva avuto il coraggio di vivere alimentando il suo spirito con spiritualità e passione, salvò il mondo dalla sua distruzione.

Foto di Luca Parmitano, Credits Esa/Nasa

martedì 1 ottobre 2013

FATA MARTINA E LA STAZIONE ORBITANTE




POLVERE DI FATA ovvero ....
FATA MARTINA E LA STAZIONE ORBITANTE

- Ehi, lassù !-
Disse Fata Martina all'uomo delle stelle.
- lì da voi ci sono i temporali, come sulla Terra ?
Esiste la pioggia, e profuma di bosco bagnandovi il viso come quaggiù ?-
-Chi è che parla ?- domandò incuriosito l'astronauta, spostando lo sguardo da uno degli esperimenti in cui era impegnato.
- Io non credo agli alieni- disse ad alta voce quasi come a ribadirlo.
-Alieni ? Dove sono, chi sono e cosa sono ? - ripetè una voce di bimba concitata.
-Insomma, mostrati, e dimmi chi sei !- intimó lo scienziato spazientito.
-Sono fata Martina e vengo da Terra di Laggiù.
Le altre fate mi hanno parlato di te, e hanno detto che tu sai tutto e rispondi a tutti.
Perciò eccomi qua - disse la piccola fata accennando una piroette e planando in braccio all'astronauta.
- Piacere, sono Luca Parmitano, per gli amici Il Maggiore, AstroLuca o semplicemente Luca.
Ma tu puoi chiamarmi come vuoi- disse l'uomo divertito, dandosi un pizzicotto per esser sicuro di non aver le allucinazioni.
-Come hai fatto ad arrivare qui ? - le chiese curioso.
- Polvere di fata e tanta fantasia, e puoi viaggiare per le galassie senza bisogno di alcuna astronave- spiegò la bimba con aria compìta .
- Bisognerà che me ne procuri un pò, potrebbe risolvere i problemi della Nasa-, rise il Maggiore con sguardo sornione.

- Allora, mi rispondi o no ? Sono venuta apposta io, qua-

- Ti hanno informata male, io non so tutto, comunque proverò a darti alcune risposte- le disse ormai rassegnato a fare una pausa.
- Va bene. Allora dimmi :
è vero che le puzzette sono pericolose nello spazio ? E come fai a fare la popò ? - urlò la bimbetta facendo un risolino.
- Non ci credo, pure tu ! Ma è una fissazione mondiale questa ! Mi avvalgo della facoltà di non rispondere. Altre domande ?- sorrise l'astronauta sempre più preso da questo strano incontro.
-Che fine hanno fatto i tuoi capelli ? E chi è il parrucchiere di Karen ?
Russano i russi ? E quando fai la pipì, ti fai male ?-
-Ancora ! Ma sei venuta fin quassù per chiedermi queste cose ? Avrai pure qualcosa di più importante da scoprire no ?-

La fatina si fermò un attimo silenziosa, poi, stropicciando il suo tutù gli si pose innanzi, e prendendogli il viso tra le manine, guardandolo bene negli occhi domandò :

- Qual'è il senso della vita ? E gli esseri umani si meritano ancora il loro pianeta ? Cosa provi a guardare il mondo da quassù ? Ma soprattutto, qual'è l'ingrediente segreto della felicità ?-
-Vieni con me, ti mostro una cosa- disse l'uomo delle stelle alla fatina.

Volarono insieme nella Stazione Orbitante, e giunti nella Cupola, l'astronauta aprì un oblò e così spiegò :

-"Stamani mi sono alzato presto, prima di tutti, e la Stazione stessa sembrava dormire intorno a me. Mi sono recato in Nodo 3 ed ho aperto la Cupola - e sono stato ricompensato dallo spettacolo della costa orientale Canadese, tutta illuminata come a salutarci mentre volavamo verso l'Africa. " (cit.)

Aprì, una dopo l'altra, le finestre della Cupola.
Dinnanzi a loro mille piccole luci delineavano i tratti di terra abitati dagli uomini.
Intorno, un cielo profondo e limpido, e una pace infinita.
La fatina si commosse e l'uomo delle stelle continuò :
- Non so quale sia il senso della vita, che domande difficili che fai per essere solo una bambina ;-)
Ciò che so è che non bisogna mai smettere di sognare, e provare a realizzare i propri sogni.

E non so neanche quale sia l'ingrediente segreto della felicità, ma scommetto che prima o poi tu lo scoprirai-

le disse prendendola per mano e avviandosi verso l'uscita.

- Sì, ho capito- disse la bambina.
-Forse la felicità consiste nell'apprezzare ciò che si ha, cercando il bello e la spiritualità delle cose ovunque possiamo.
Ce lo hai insegnato tu con le tue foto dallo spazio, che sono arrivate fino al Regno delle Fate-

Poi, con un saltello, gli volò in braccio e lo abbracciò affettuosa.
-Chissà quanto mi invidierà Fata Iacinta, quando scoprirà che l'ho abbracciato questa sera- , pensò.
Rise, e mormorandogli : "Le fate sono tutte fiere di te...", scomparve,
ed una scia di piccole stelle, ognuna per ogni desiderio espresso dagli uomini e affidato al cielo, riempì la Stazione Spaziale.

L'uomo delle stelle si scosse : Accidenti che brutto effetto poteva fare la stanchezza, forse aveva solo sognato.
Ma allora che ci faceva quella strana polvere sbrilluccicante sulle sue mani ?
Sorrise, uscì volando dalla Cupola, chiuse gli occhi e riprese a sognare.

Fotografia di Luca Parmitano, Credits : ESA/NASA

https://www.facebook.com/AstronautLucaParmitano/posts/644196688965218